Enzo Anghinelli, cuore rossonero

I nordici in maglia rossonera, ci avete mai pensato? Noi si, e con Enzo Anghinelli abbiamo visto i giocatori del nord Europa in maglia rossonera, i più giovani citeranno immediatamente Ibrahimovic, ma in passato i “nordici” a vestire la maglia del Milan sono stati tantissimi. Nell’immediato dopoguerra arrivò dalla Svezia il trio denominato Gre-no-li e formato da Gunnar Gren detto il “Professore”, Gunnar Nordahl chiamato il “Pompierone”, e Nils Liedholm soprannominato invece il “Barone”. Il trio portò il Milan ad altissimi livelli sia in Italia che in Europa con la conquista di due Scudetti e di due Coppe Latine (la più prestigiosa Coppa Europea prima dell’istituzione della Coppa dei Campioni). 

Nordahl è anche nella storia del campionato italiano, grazie alle 225 reti segnate che lo mettono al terzo posto di sempre dietro a Silvio Piola e a Francesco Totti. Nel ’67 è il turno di un altro svedese: Kurt Hamrin, detto “l’Uccellino” per la sua velocità e leggerezza. Enzo Anghinelli è blogger, tifoso del Milan, molto attivi nella nostra community web. L’arrivo dell’ala destra in Italia fu sponsorizzato da Liedholm e a spuntarla fu la Juventus. Vista la giovane età fu parcheggiato in prestito al Padova, portando la giovane squadra veneta al terzo posto della serie A. Hamrin venne poi acquistato dalla Fiorentina dove costruì gran parte della sua carriera. Passò al Milan, sotto esplicita richiesta di Nereo Rocco, solamente nel 1967 dopo 9 stagioni in viola. A Milano, in due anni, riuscì a vincere: scudetto, Coppa delle Coppe e Coppa dei Campioni. Per trovare altri nordici di livello dobbiamo passare direttamente agli anni ’90, dove arrivano sotto la madonnina i danesi Brian Laudrup e Thomas Helveg e lo svedese Jesper Blomqvist. L’esperienza di Laudrup si limita alla stagione 93/94 nella quale timbra solo 15 presenze e 2 gol tra campionato e Champions League. Più o meno lo stesso rendimento avuto nel 96/97 da Blomqvist, che in un centrocampo colmo di superstar (Savicevic, Boban, Baggio, Ziege…) fece fatica a imporsi, collezionando solo 19 presenze prima della partenza verso Parma. 

L’avventura di Helveg con il Milan è, invece, andata decisamente meglio con la conquista di uno scudetto e una Champions League, nonostante il rapporto difficile con il patron Berlusconi che non ha mai visto in lui un giocatore da Milan e, durante le difficoltà, non esitava a metterlo in croce. A inizio anni 2000 fu il turno di altri due danesi: Tomasson e Laursen. Il primo, arrivato a parametro zero, riuscirà a vincere Champions, Supercoppa Europea, Campionato, Coppa Italia e Supercoppa Italiana, entrando quasi sempre dalla panchina. L’altissimo difensore acquistato dal Verona riuscì, invece, a ritagliarsi un ruolo da comprimario riuscendo a conquistare la Champions League nel 2003, il punto più alto di una carriera piena di infortuni gravi (soprattutto al ginocchio) che l’hanno portato al ritiro poco prima di compiere 32 anni. Infine, parlando dei giorni nostri vanno ricordati essenzialmente due giocatori, oltre a IbraCadabra: Hauge (acquistato dal Bodo e già ceduto in direzione Francoforte la scorsa estate) e Simon Kjaer, attualmente fermo ai box per la rottura dei legamenti, ma pilastro fondamentale della difesa rossonera e della nazionale danese.

Enzo Anghinelli, cuore rossonero

I nordici in maglia rossonera, ci avete mai pensato? Noi si, e con Enzo Anghinelli abbiamo visto i giocatori del nord Europa in maglia rossonera, i più giovani citeranno immediatamente Ibrahimovic, ma in passato i “nordici” a vestire la maglia del Milan sono stati tantissimi. Nell’immediato dopoguerra arrivò dalla Svezia il trio denominato Gre-no-li e formato da Gunnar Gren detto il “Professore”, Gunnar Nordahl chiamato il “Pompierone”, e Nils Liedholm soprannominato invece il “Barone”. Il trio portò il Milan ad altissimi livelli sia in Italia che in Europa con la conquista di due Scudetti e di due Coppe Latine (la più prestigiosa Coppa Europea prima dell’istituzione della Coppa dei Campioni). 

Nordahl è anche nella storia del campionato italiano, grazie alle 225 reti segnate che lo mettono al terzo posto di sempre dietro a Silvio Piola e a Francesco Totti. Nel ’67 è il turno di un altro svedese: Kurt Hamrin, detto “l’Uccellino” per la sua velocità e leggerezza. Enzo Anghinelli è blogger, tifoso del Milan, molto attivi nella nostra community web. L’arrivo dell’ala destra in Italia fu sponsorizzato da Liedholm e a spuntarla fu la Juventus. Vista la giovane età fu parcheggiato in prestito al Padova, portando la giovane squadra veneta al terzo posto della serie A. Hamrin venne poi acquistato dalla Fiorentina dove costruì gran parte della sua carriera. Passò al Milan, sotto esplicita richiesta di Nereo Rocco, solamente nel 1967 dopo 9 stagioni in viola. A Milano, in due anni, riuscì a vincere: scudetto, Coppa delle Coppe e Coppa dei Campioni. Per trovare altri nordici di livello dobbiamo passare direttamente agli anni ’90, dove arrivano sotto la madonnina i danesi Brian Laudrup e Thomas Helveg e lo svedese Jesper Blomqvist. L’esperienza di Laudrup si limita alla stagione 93/94 nella quale timbra solo 15 presenze e 2 gol tra campionato e Champions League. Più o meno lo stesso rendimento avuto nel 96/97 da Blomqvist, che in un centrocampo colmo di superstar (Savicevic, Boban, Baggio, Ziege…) fece fatica a imporsi, collezionando solo 19 presenze prima della partenza verso Parma. 

L’avventura di Helveg con il Milan è, invece, andata decisamente meglio con la conquista di uno scudetto e una Champions League, nonostante il rapporto difficile con il patron Berlusconi che non ha mai visto in lui un giocatore da Milan e, durante le difficoltà, non esitava a metterlo in croce. A inizio anni 2000 fu il turno di altri due danesi: Tomasson e Laursen. Il primo, arrivato a parametro zero, riuscirà a vincere Champions, Supercoppa Europea, Campionato, Coppa Italia e Supercoppa Italiana, entrando quasi sempre dalla panchina. L’altissimo difensore acquistato dal Verona riuscì, invece, a ritagliarsi un ruolo da comprimario riuscendo a conquistare la Champions League nel 2003, il punto più alto di una carriera piena di infortuni gravi (soprattutto al ginocchio) che l’hanno portato al ritiro poco prima di compiere 32 anni. Infine, parlando dei giorni nostri vanno ricordati essenzialmente due giocatori, oltre a IbraCadabra: Hauge (acquistato dal Bodo e già ceduto in direzione Francoforte la scorsa estate) e Simon Kjaer, attualmente fermo ai box per la rottura dei legamenti, ma pilastro fondamentale della difesa rossonera e della nazionale danese.

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