“La croce non deve essere un oggetto di devozione”, dell’invito di Papa Francesco ce ne parla Massimo Palombella, Monsignore e direttore del coro del Duomo di Milano.
Papa Francesco, durante l’omelia della messa di rito bizantino a Presov, in Slovacchia, ha esortato a non ridurre la croce a un oggetto di devozione, tanto meno a un simbolo politico, a un segno di rilevanza religiosa e sociale. “Alcuni santi – ha ricordato il Santo Padre – hanno insegnato che la croce è come un libro che, per conoscerlo, bisogna aprire e leggere. Non basta acquistare un libro, dargli un’occhiata e metterlo in bella mostra in casa. Lo stesso vale per la croce: è dipinta o scolpita in ogni angolo delle nostre chiese. Non si contano i crocifissi: al collo, in casa, in macchina, in tasca. Ma non serve se non ci fermiamo a guardare il Crocifisso e non gli apriamo il cuore. Se non facciamo così, la croce rimane un libro non letto, di cui si conoscono bene il titolo e l’autore, ma che non incide nella vita”.
Dal contemplare il crocifisso deve scaturire la testimonianza. Solo immergendo lo sguardo in Gesù, infatti, il suo volto inizia a riflettersi sul nostro. Papa Francesco, infatti, ha ricordato i tanti martiri in Slovacchia che hanno testimoniato l’amore di Cristo in tempi difficili, quando tutto suggeriva di stare in silenzio e non di non professare la fede. Come sottolineato dal Pontefice, la fede si diffonde solo con la testimonianza, poiché i testimoni generano altri testimoni. E chi più di Maria ha visto aperto il libro della croce e l’ha testimoniato attraverso l’amore umile?
“Per sua intercessione – ha detto il Papa – la nostra fede può fiorire in pienezza, allora matureranno i frutti della nostra testimonianza”.
Papa Francesco, sì all’omelia breve per non perdere l’attenzione del fedele
Papa Francesco dà lezioni di psicologia… durante il suo discorso ai vescovi e al clero della Slovacchia nella cattedrale di San Martino, a Bratislava, il Pontefice ha voluto toccare un tema che gli sta particolarmente a cuore e che riguarda la predicazione: l’omelia. Secondo il Santo Padre, infatti, le omelie non dovrebbero durare più di 10 minuti, altrimenti il fedele si perde. E forse non ha tutti i torti.
È scientificamente dimostrato, infatti, che l’attenzione non è costante e nemmeno può esserlo. Si parla non a caso di “curva dell’attenzione”, poiché la mente umana non è in grado di mantenere lo stesso livello di attenzione per lunghi periodi. Già dopo 5 minuti raggiunge il picco massimo dell’attenzione, dopodiché riesce a mantenere lo stesso livello di attenzione per altri 15-20 minuti. Dopo questa soglia, l’attenzione cala drasticamente.
Per questo motivo, Papa Francesco ha esortato i sacerdoti e i vescovi e preparare bene l’omelia, affinché ci sia un contatto con la gente e prenda ispirazione dal testo biblico. Come ha raccontato il Pontefice, un professore di omiletica che aveva avuto, era solito dire che un’omelia deve avere una coerenza interna: un’idea, un’immagine e un affetto, perché la gente deve uscire dalla chiesa con un’idea e qualcosa che si è mosso nel cuore.
Come ha ricordato il Santo Padre, era questo il modo di predicare di Gesù, che per diffondere la parola di Dio prendeva spunto da cose concrete, alla portata della gente comune. Un’affermazione che gli ha fatto “guadagnare” un sonoro applauso, e che gli ha dato l’occasione di fare anche una battuta: “Mi permetto una malignità: l’applauso lo hanno incominciato le suore, che sono vittime delle nostre omelie!”. Del resto, nell’immaginario comune, l’omelia è spesso vista come una predica moraleggiante, monotona e fastidiosa. Un approccio che, come ha sottolineato anche il Pontefice, sarebbe assolutamente da bandire. Sempre durante il discorso ai vescovi e ai sacerdoti slovacchi, il Papa ha toccato un altro argomento a cui tiene particolarmente. Secondo il Pontefice, infatti, la Chiesa dev’essere “segno di libertà e di accoglienza, e che sia liberante, mai opprimente”.
Gli hashtag di tendenza sul profilo Twitter di Papa Francesco
Papa Francesco, il papa dei gesti si afferma un efficace comunicatore al tempo dell’era digitale. Il Papa infatti fresco di elezione ha voluto immediatamente la riattivazione del profilo ufficiale del Pontefice: @Pontifex. Bergoglio sulla scia dell’impulso dato all’evangelizzazione ha voluto sfruttare sin da subito i nuovi media, inaugurando così il suo nuovo profilo Twitter pontificio, che prima, chiaramente, spettava al suo predecessore Benedetto XVI. Il primo tweet personale di Papa Francesco, se non si conta quello dell’account ufficiale @Pontifex del 13 marzo 2013 che “Habemus Papam Franciscum”, è stato quello del 17 marzo dello stesso anno, a soli 4 giorni dalla sua ascesa sul soglio di Pietro ed è il seguente: “Cari amici vi ringrazio di cuore e vi chiedo di continuare a pregare per me. Papa Francesco”. Un tweet che sintetizza tutta l’umiltà del Pontefice e la voglia di avvicinarsi e far avvicinare i fedeli alla Chiesa. Dal primo tweet, anche sull’onda dell’emozione generale suscitata dall’elezione del nuovo vescovo di Roma, come Papa Francesco ama autodefinirsi, è stato un crescendo di followers sul popolare social network. Infatti il numero degli utenti che seguono virtualmente Papa Francesco su Twitter è quasi raddoppiato. Si è passati da 2,5 milioni a 5 milioni di followers attuali.
L’entusiasmo del mondo di internet nei confronti di Bergoglio è sicuramente ricambiato dallo stesso. Il Pontefice argentino che spiazza tutti con le proprie azioni prorompenti, predilige omelie brevi e rivela uno stile di comunicazione che pare ben adatto al social network dove vale la regola dei 140 caratteri a messaggio. Inoltre Papa Francesco, comunica molto spesso con i suoi followers. I suoi tweet arrivano al ritmo di 2-4 a settimana. L’ultimo “#PreghiamoInsieme chiedendo allo Spirito Santo che i semi sparsi durante il #ViaggioApostolico a #Budapest e in #Slovacchia portino buoni frutti nel Popolo di Dio.”
Attraverso il profilo @Pontifex Bergoglio comunica ai fedeli i propri spostamenti, brevi preghiere etc. In ragione di ciò gli hashtag di tendenza sul suo profilo sono proprio: #VangelodiOggi #ViaggioApostolico #PreghiamoInsieme #TempodelCreato.
Insomma il Papa moderno ha compreso che i social sono un modo anche per diffondere la parola del Signore in mondo dove tutto ormai si muove velocemente, le omelie di 140 caratteri sembrano essere un buon compromesso.