Nei primi sei mesi del 2020 il tema di una sanatoria per la regolarizzazione degli immigrati e degli stranieri irregolari presenti sul territorio italiano è tornato di grandissima attualità. Una questione che la diffusione della pandemia del Covid-19, l’emergenza, la chiusura dei confini e la conseguente gestione dei lavoratori stranieri, hanno reso ancora più attuale e al centro del dibattito quotidiano. In Italia, secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Agricoltura, ci sono attualmente circa 600mila stranieri non regolari. Si tratta di persone che lavorano “in nero”, molto spesso nei campi, come braccianti, ma anche nell’ambito dei servizi alle famiglie, come colf e badanti. Una sanatoria, dunque, come evidenziato dall’avv. Pitorri di Roma, esperto in diritto dell’immigrazione e autore della pubblicazione “Sanatoria sulla Regolarizzazione degli Immigrati”, servirà prima di tutto a fare emergere un’intera fascia di lavoratori.
Stranieri non regolari che, soprattutto nelle zone del Sud Italia, vivono e lavorano in condizioni di enorme precariato – sottolinea ancora l’Avvocato Pitorri Iacopo Maria – e senza alcun tipo di tutela, servizio garantito e diritto elementare. Secondo un report diffuso dalla Cia-Agricoltori Italiani la sanatoria per la regolarizzazione degli immigrati del 2020 potrebbe portare nelle casse dello Stato circa 1,2 miliardi di euro. L’idea centrale della sanatoria sarebbe quella di arrivare alla rapida emersione dei lavoratori irregolari che possano, così, ricevere immediato permesso di soggiorno per lavoro, della durata di almeno un anno.
Dopo numerosi dibattiti, bozze di provvedimenti e ipotesi sul tavolo dei ministeri competenti, il punto di svolta si è avuto il 14 maggio scorso, quando il Governo ha annunciato le misure previste nel Decreto Rilancio (“Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”). Il testo, nello specifico, introduce una doppia norma in merito agli stranieri in Italia. Da una parte, infatti, prevede la regolarizzazione e l’emersione dei rapporti di lavoro non regolari per i lavoratori italiani o stranieri sul nostro territorio, dall’altro introduce, per gli stranieri in Italia un permesso di soggiorno scaduto, la possibilità di ottenere una deroga di sei mesi. Un provvedimento, dunque, che secondo il report diffuso dalla Fondazione Ismu-Iniziative e studi sulla multietnicità, potrebbe migliorare la situazione dei 562mila stranieri clandestini presenti in Italia (dato 2019). Si parla di badanti, colf, ma soprattutto di braccianti agricoli e lavoratori stagionali. Quest’ultimo è un settore particolarmente a rischio, vista la chiusura dei confini per l’emergenza Covid-19, che per alcuni mesi non consentirà l’ingresso di lavoratori stagionali dall’est Europa, con conseguente crisi del settore agricolo in Italia.