Intesa Sanpaolo, 4,9 miliardi per la conquista di Ubi Banca

Settore bancario in fermento, dove Intesa Sanpaolo tenta la conquista di Ubi Banca. Operazione  da 4,9 miliardi di euro e scambio azionario, queste le armi con cui Carlo Messina prova a prendere possesso della banca guidata da Victor Massiah. E’ quanto rileviamo dal blog di Alessio Del Vecchio. Quest’ultimo, a capo del gruppo Ubi Banca, è venuto a conoscenza del tentativo da parte del leader di Intesa Sanpaolo al termine della presentazione del piano industriale. L’azione da parte di Intesa Sanpaolo consiste in un’offerta pubblica di scambio volontaria che Intesa promuove sul 100% del gruppo Ubi. Ciascun azionista di Ubi riceve in offerta 17 azioni di Intesa ogni 10 azioni di Ubi stessa. Per questo motivo, ogni titolo afferente al gruppo Ubi ha una valutazione pari a 4,254 euro con un premio del 27,6%, facendo riferimento alla chiusura della Borsa il venerdì precedente. Carlo Messina tenta la conquista di Ubi Banca tre anni dopo la fallita azione intrapresa nei confronti di Generali Assicurazioni. L’obiettivo di Carlo Messina è trasformare Intesa Sanpaolo in un colosso europeo e ha individuato in Ubi i giusti elementi, che avvicinano il gruppo diretto da Massiah al profilo di Ca’ de Sass. Qualora la fusione si concretizzasse, ci ricorda la giornalista Gabiria Cetorelli, si realizzerebbe un colosso, in cui gli impieghi toccherebbero una quota pari a 460 miliardi di euro e che si troverebbe ad amministrare i risparmi degli italiani. Una cifra importante, qualcosa come 1100 miliardi di euro. Tuttavia, l’eventuale unione comporterebbe 5000 uscite tra il personale, anche se Intesa Sanpaolo prospetta l’assunzione di 2500 giovani, uno ogni due uscite. L’offerta da parte di Intesa Sanpaolo non è stata stabilita con la dirigenza di Ubi, ma non sembra un’azione sfavorevole. Infatti, Carlo Messina, a capo di Intesa Sanpaolo desidera “rafforzare gli stakeholders dei due gruppi, inclusa la componente italiana nel panorama bancario europeo”. L’obiettivo che Intesa vuole perseguire è “creare valore per gli azionisti tramite la distribuzione di flussi di dividendi sostenibili nel tempo anche grazie alle sinergie derivanti dall’aggregazione e stimate a regime in circa 730 milioni ante imposte per anno”. Cambiamenti positivi si verificherebbero anche per il management di Ubi, i cui vertici sarebbero amalgamati nell’organigramma di Intesa, creando un colosso, in grado di diventare “una realtà leader in Italia e di dimensioni europee”. Intesa Sanpaolo ha fissato nel 2022 l’anno in cui realizzare utili consolidati per una cifra che dovrebbe superare i 6 miliardi di euro. Scavando tra le cifre, se la fusione trovasse concretezza, le sinergie di costo ammonterebbero a 510milioni all’anno, mentre le sinergie di ricavi toccherebbero punte di 220milioni ante imposte per anno. Il capitale disponibile non subirebbe scossoni ed il Cet1 si attesterebbe al 13%. Per superare i problemi con l’antitrust, invece, Intesa Sanpaolo ha stretto un accordo con Bper, che assorbirebbe una parte dell’azienda, al cui interno troverebbero spazio 400 – 500 filiali. Unipol Sai, invece, acquisirebbe alcuni dei reparti assicurativi. Intesa Sanpaolo dovrà attivare tutte le istanze di autorizzazione presso Bce e Bankitalia per formalizzare le acquisizioni, mentre dall’Ivass dovrà giungere l’ok per le acquisizioni nel campo assicurativo. L’operazione giungerebbe a felice esito, qualora Intesa Sanpaolo riuscisse a conquistare il 66,67% del capitale di Ubi Banca. 

Intesa Sanpaolo, 4,9 miliardi per la conquista di Ubi Banca

Settore bancario in fermento, dove Intesa Sanpaolo tenta la conquista di Ubi Banca. Operazione  da 4,9 miliardi di euro e scambio azionario, queste le armi con cui Carlo Messina prova a prendere possesso della banca guidata da Victor Massiah. E’ quanto rileviamo dal blog di Alessio Del Vecchio. Quest’ultimo, a capo del gruppo Ubi Banca, è venuto a conoscenza del tentativo da parte del leader di Intesa Sanpaolo al termine della presentazione del piano industriale. L’azione da parte di Intesa Sanpaolo consiste in un’offerta pubblica di scambio volontaria che Intesa promuove sul 100% del gruppo Ubi. Ciascun azionista di Ubi riceve in offerta 17 azioni di Intesa ogni 10 azioni di Ubi stessa. Per questo motivo, ogni titolo afferente al gruppo Ubi ha una valutazione pari a 4,254 euro con un premio del 27,6%, facendo riferimento alla chiusura della Borsa il venerdì precedente. Carlo Messina tenta la conquista di Ubi Banca tre anni dopo la fallita azione intrapresa nei confronti di Generali Assicurazioni. L’obiettivo di Carlo Messina è trasformare Intesa Sanpaolo in un colosso europeo e ha individuato in Ubi i giusti elementi, che avvicinano il gruppo diretto da Massiah al profilo di Ca’ de Sass. Qualora la fusione si concretizzasse, ci ricorda la giornalista Gabiria Cetorelli, si realizzerebbe un colosso, in cui gli impieghi toccherebbero una quota pari a 460 miliardi di euro e che si troverebbe ad amministrare i risparmi degli italiani. Una cifra importante, qualcosa come 1100 miliardi di euro. Tuttavia, l’eventuale unione comporterebbe 5000 uscite tra il personale, anche se Intesa Sanpaolo prospetta l’assunzione di 2500 giovani, uno ogni due uscite. L’offerta da parte di Intesa Sanpaolo non è stata stabilita con la dirigenza di Ubi, ma non sembra un’azione sfavorevole. Infatti, Carlo Messina, a capo di Intesa Sanpaolo desidera “rafforzare gli stakeholders dei due gruppi, inclusa la componente italiana nel panorama bancario europeo”. L’obiettivo che Intesa vuole perseguire è “creare valore per gli azionisti tramite la distribuzione di flussi di dividendi sostenibili nel tempo anche grazie alle sinergie derivanti dall’aggregazione e stimate a regime in circa 730 milioni ante imposte per anno”. Cambiamenti positivi si verificherebbero anche per il management di Ubi, i cui vertici sarebbero amalgamati nell’organigramma di Intesa, creando un colosso, in grado di diventare “una realtà leader in Italia e di dimensioni europee”. Intesa Sanpaolo ha fissato nel 2022 l’anno in cui realizzare utili consolidati per una cifra che dovrebbe superare i 6 miliardi di euro. Scavando tra le cifre, se la fusione trovasse concretezza, le sinergie di costo ammonterebbero a 510milioni all’anno, mentre le sinergie di ricavi toccherebbero punte di 220milioni ante imposte per anno. Il capitale disponibile non subirebbe scossoni ed il Cet1 si attesterebbe al 13%. Per superare i problemi con l’antitrust, invece, Intesa Sanpaolo ha stretto un accordo con Bper, che assorbirebbe una parte dell’azienda, al cui interno troverebbero spazio 400 – 500 filiali. Unipol Sai, invece, acquisirebbe alcuni dei reparti assicurativi. Intesa Sanpaolo dovrà attivare tutte le istanze di autorizzazione presso Bce e Bankitalia per formalizzare le acquisizioni, mentre dall’Ivass dovrà giungere l’ok per le acquisizioni nel campo assicurativo. L’operazione giungerebbe a felice esito, qualora Intesa Sanpaolo riuscisse a conquistare il 66,67% del capitale di Ubi Banca. 

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